Qualcuno diceva che in quest'epoca le cose non si aggiustano, si buttano...per certi versi la nascita del periodo di industrializzazione e consumismo si pensava che avrebbe dovuto portare ad un grande miglioramento della vita delle persone...più agi, più comodita, meno fatica...
Bhè forse qualcosa ci è sfuggito di mano perchè lentamente e inesorabilmente il modo di pensare e di usare le cose (e quindi le persone, i sentimenti, l'ambiente) ci sta facendo soffrire non poco, tanto che alla fine siamo alla ricerca di qualcosa che ci permetta di ritrovare quese sensazioni.
Come dice l'autore del libro sopra citato, il profumo del pane fatto in casa,ad esempio ci evoca quel senso di calore e di amore che magari ci trasmettevano i nonni...è interessante però capire come questo sia decisamente una trappola, allettante per quanto, ma pur sempre una gabbia virtuale...individuare un oggetto, anzi una merce (da pagare quindi) come un sentimento ci pare la strada più facile, ci procura soddisfazione in tempo zero: vado al negozio e lo compro.
Vi renderete conto però, come accade anche a me molte volte che qualcosa che tanto avevamo desiderato, una volta acquistato, non ci sembra più cosi' importante o essenziale...e quindi ci rendiamo conto di aver mancato il bersaglio...
Non sarebbe meglio, risalire il problema alla radice e quando manca l'affetto, l'amore, il calore umano cercare di sforzarsi per reintrodurlo nel sistema ? Certo tutto questo è faticoso, impegantivo..ma ripagante, è come quando non vogliamo faticare per la pratica, poi ci facciamo coraggio e andiamo a lezione e ne usciamo rigenerati :) forse alle volte un po' di fatica è bene farla eheheheh